Allora, parliamoci chiaro. Questa Europa sta navigando in acque agitate, e a quanto pare, i nostri “illustri” leader ne sono perfettamente consapevoli. Leggo in giro che ci sono un bel po’ di preoccupazioni. Dopotutto, non è che ci si possa aspettare un futuro radioso quando la crescita è, diciamo, “contenuta” e l’incertezza economica mondiale è il piatto forte del giorno.
E la competitività? Un disastro. Draghi, o “Super Mario” come lo chiamavamo una volta, nel suo rapporto ha messo i puntini sulle ‘i’: se non facciamo qualcosa, rimarremo indietro, soprattutto nel settore tecnologico. Sembra che l’UE non si stia muovendo abbastanza velocemente in settori chiave e le nostre imprese non sono abbastanza grandi per competere a livello globale. Quindi, la soluzione sarebbe “più Europa”, con un’integrazione più profonda in settori strategici. E Merz, il nuovo cancelliere tedesco, si trova a dover gestire una situazione complicatissima. Si parla di come la Germania stia cercando un nuovo approccio alla politica europea, con discussioni che oscillano tra un ritorno al tradizionalismo e un nuovo intergovernamentalismo. Insomma, una bella telenovela politica.
E la Lagarde, la nostra banchiera centrale? Lei ci dice che dobbiamo stare attenti a tutti i rischi finanziari che si presentano, specialmente in un sistema che sta cambiando a rotta di collo. L’inflazione pare sia sotto controllo, ma il suo approccio è “data-dependent”, il che, tradotto dal banchierese, significa “vediamo un po’ che succede“. In pratica, non sanno neanche loro bene dove andremo a finire. Le prospettive sono incerte, e persino la Commissione europea nelle sue “Previsioni economiche di primavera 2025” ammette che la crescita sarà moderata.
E noi, poveri mortali? Ci tocca subire le conseguenze di una situazione economica instabile, con un debito pubblico che, almeno in Italia, continua a lievitare. Nonostante le previsioni ottimistiche sul debito/PIL che a un certo punto dovrebbe scendere, i numeri parlano chiaro: siamo ben lontani dal risolvere i nostri problemi strutturali.
Insomma, mi sembra che siamo tutti d’accordo sul fatto che l’Europa ha bisogno di un “cambio di marcia”, ma nessuno sembra avere il coraggio o la visione per premere l’acceleratore nella direzione giusta. E così, l’Europa continua la sua lenta e inesorabile agonia. Un dramma con venature di farsa, insomma.
Fonti che ho consultato e che confermano le informazioni:
- Friedrich Merz e la politica tedesca per l’UE:
- La Commissione Europea ha discusso con il cancelliere Merz di competitività, prezzi dell’energia e del mercato dei capitali.
- Mario Draghi e il rapporto sulla competitività europea:
- Il rapporto di Draghi evidenzia la debolezza dell’UE nelle tecnologie emergenti e suggerisce un’azione collettiva per la crescita, con riforme in settori come energia e tecnologia.
- Christine Lagarde e la politica della BCE:
- Le dichiarazioni di Lagarde indicano un approccio “data-dependent” alla politica monetaria e sottolineano i rischi finanziari in un sistema in rapido cambiamento.
- Prospettive economiche per l’UE:
- La Commissione europea prevede una crescita moderata per l’economia dell’UE nel 2025, in un contesto di incertezza globale.
- Situazione economica italiana:
- L’Istat e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio confermano che il debito pubblico italiano continuerà ad aumentare nel 2025 e 2026.
Carlo Makhloufi Donelli
Nato a Villerupt (F) il 12.02.1956 – Studioso e Ricercatore in fisica quantistica applicata a biologia molecolare e neuroimmunologia – Membro del board di ricerca scientifica di diverse organizzazioni nazionali ed internazionali – Ideatore e Coordinatore del progetto EDIPO «Eliminazione isole di plastica oceaniche»
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