Nord Stream

da | Dic 13, 2025 | Attualità | 0 commenti

Era parecchio che non mi divertivo così tanto ad investigare cercando informazioni internazionali su un determinato argomento, e ho trovato cose che nemmeno Pierre Alexis Ponson du Terrail per il suo personaggio Joseph Fipart, detto Rocambole, sarebbe stato capace di immaginare.

Ci voleva la magistratura tedesca per mettere nero su bianco quello che in molti, sottovoce o con un sorriso amaro, sospettavano da tempo: l’idea che la Russia avesse fatto saltare la sua stessa infrastruttura strategica — un po’ come se un banchiere desse fuoco alla propria cassaforte piena di banconote e titoli — faceva acqua da tutte le parti.

Dopo mesi di silenzi imbarazzati e teorie fantasiose, la Procura Generale Federale tedesca ha emesso un mandato di arresto europeo. E indovinate un po’? Non è per un agente segreto del Cremlino con il colbacco, ma per un istruttore subacqueo ucraino, un certo Volodymyr Z. (Volodymyr Z.?????), che pare aver scambiato il Mar Baltico per il set di un film d’azione.

Secondo le indagini, che finalmente iniziano a convergere con quanto riportato anche da testate come il Wall Street Journal e la stampa tedesca, la pista porta dritta a Kiev. Sembra che l’operazione sia stata orchestrata da un team ucraino, con l’approvazione iniziale dei vertici militari (si parla dell’ex comandante Zaluzhny), e portata a termine utilizzando nientemeno che una barca a vela chiamata “Andromède”. Sì, avete capito bene: una barca a vela.

La narrazione ufficiale che ci è stata propinata per anni — quella dell’attacco russo “false flag” o dell’imperscrutabile mistero — si sta sgretolando pezzo dopo pezzo. È ironico (o forse tragico) pensare a quanti sforzi diplomatici siano stati spesi per evitare di puntare il dito contro l’alleato che stiamo finanziando. Volodymyr Z. (di nuovo Volodymyr Z.? Ma chi sarà mai?), nel frattempo, sembra essere svanito nel nulla, fuggito dalla Polonia (dove risiedeva) poco prima che le manette potessero scattare, lasciando Berlino con un pugno di mosche e molte domande scomode a cui rispondere.

La “sorpresa” di oggi, in realtà, non sorprende nessuno che abbia guardato la vicenda con un minimo di spirito critico. Resta solo da vedere come la politica gestirà questa patata bollente: ammettere che un “amico” ha distrutto l’infrastruttura energetica fondamentale dell’Europa, o fingere che sia stato solo un gruppo di subacquei indisciplinati in gita scolastica?

Fonti a conferma:

  • Il mandato di arresto tedesco: La conferma che la Germania cerca un cittadino ucraino per il sabotaggio.
    (Fonti: https://www.tagesschau.de/investigativ/nord-stream-anschlag-haftbefehl-100.html e https://tg24.sky.it/mondo/2024/08/14/nord-stream-mandato-arresto-sabotatore-gasdotto).
  • La ricostruzione dell’operazione: I dettagli sul coinvolgimento dei vertici militari ucraini e le dinamiche dell’attacco (Fonte: Wall Street Journal).
  • La fuga del sospettato: La notizia della fuga di Volodymyr Z. (anche l’Internazionale dice Volodymyr Z.! Boh?) dalla Polonia prima dell’arresto
    (Fonte: https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2024/08/14/nord-stream-ucraino-mandato-di-arresto).

Ammettetelo, pensavate che Volodymyr Z. fosse Volodymyr Zelensky, vero? Invece, è Volodymyr Zhuravlov! Ma in realtà non è nemmeno lui, e il subacqueo che pare essere il vero responsabile del sabotaggio del Nord Stream sapete dov’è? Non lo indovinereste mai…

È a Rimini!

Mentre mezza Europa inseguiva il fantasma di Volodymyr Z. — il sommozzatore svanito nel nulla grazie alla “distrazione” delle autorità polacche — la vera notizia ce l’avevamo in casa, e più precisamente sotto l’ombrellone. Non è il sub a piede libero il vero nodo della questione, ma Serhii Kuznietsov, ex capitano dell’esercito ucraino, che le nostre forze dell’ordine hanno “pizzicato” nientemeno che a Rimini.

La narrazione cambia, e di molto. Se prima si parlava di un gruppo di scapestrati appassionati di immersioni, ora con Kuznietsov emerge la figura di un coordinatore operativo con un passato militare di peso. Arrestato ad agosto mentre si godeva le vacanze in Riviera (perché anche i sabotatori internazionali apprezzano la piadina), Kuznietsov è stato al centro di un braccio di ferro legale che si è concluso solo pochi giorni fa: la Cassazione ha dato il via libera definitivo alla sua estradizione in Germania.

La magistratura tedesca lo vuole a tutti i costi. L’accusa? Aver diretto la squadra dell’“Andromède”, la barca a vela che ha trasformato il gasdotto russo-tedesco in ferraglia sottomarina. È ironico pensare che mentre Berlino inviava aiuti a Kiev, un ufficiale di Kiev (secondo l’accusa) pianificava come far saltare in aria l’infrastruttura energetica del suo principale benefattore europeo.

Quindi, rettifichiamo il tiro: non stiamo più cercando un semplice esecutore in fuga. Abbiamo in custodia (e presto spediremo a Karlsruhe) colui che, secondo gli inquirenti, teneva le fila del gioco. La verità sta venendo a galla, ed è molto più imbarazzante di quanto le cancellerie europee vogliano ammettere.

Fonti a conferma:

  • L’arresto e l’estradizione: La Corte di cassazione italiana ha confermato la consegna di Serhii Kuznietsov alla Germania
    (Fonte: https://www.ilpost.it/2025/11/20/sospettato-sabotaggio-nord-stream-estradizione-germania/).
  • Il profilo del sospettato: Identificato come ex capitano e coordinatore del sabotaggio, arrestato a Rimini
    (Fonte: https://www.avvenire.it/attualita/il-complicato-caso-dellucraino-accusato-di-aver-sabotato-i-gasdotti-nord-stream_100120).
  • La dinamica giudiziaria: I dettagli sul mandato di arresto europeo e il fallimento della pista polacca per l’altro sospettato
    (Fonte: https://theins.ru/en/news/286257).

Carlo Makhloufi Donelli
Nato a Villerupt (F) il 12.02.1956 – Studioso e Ricercatore in fisica quantistica applicata a biologia molecolare e neuroimmunologia – Membro del board di ricerca scientifica di diverse organizzazioni nazionali ed internazionali – Ideatore e Coordinatore del progetto EDIPO «Eliminazione isole di plastica oceaniche»

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