TAIKONAUTI

da | Nov 10, 2025 | Attualità | 0 commenti

Eccoci, amici studiosi del caos e amanti dell’ecologia, a contemplare l’ultima meraviglia della nostra brillante civiltà: non contenti di aver trasformato il nostro pianeta in una discarica, abbiamo cominciato a colonizzare lo spazio con la nostra immondizia! E il cosmo, giustamente, si è stufato e ha deciso di rispondere a tono.

I tre eroi cinesi, o taikonauti (che, vi assicuro, fa più figo di “astronauta”), stavano per concludere la loro missione nel lussuoso condominio orbitale, il Palazzo Celeste (che nome umile!). Avevano già fatto il cambio della guardia con i rimpiazzi—come in un’interminabile staffetta spaziale—e probabilmente pensavano già al primo piatto di spaghetti veri al rientro.

E invece, bam!

La loro capsula, la Shenzhou-20, è stata colpita da quello che i burocrati spaziali definiscono elegantemente “un sospetto impatto di piccolo detrito orbitale”. Tradotto in termini che usiamo io e te: un pezzetto di spazzatura anonima, un frammento di roba che galleggia, ha deciso di sabotare il viaggio di ritorno. Forse era un frammento di un razzo di trent’anni fa che, stanco di orbitare inutilmente, ha voluto fare la sua ultima, tragica performance.

Quindi, i nostri tre si trovano in quella che è diventata la suite più costosa e alta del mondo, trasformando la Tiangong da avamposto scientifico a un inatteso B&B spaziale. Immaginate la scena: il nuovo equipaggio è arrivato con le sue ricerche e le sue ambizioni, e si ritrova con tre ospiti inattesi che consumano le loro scorte e borbottano in continuazione: “Ma quando ci fanno scendere? Il buffet laggiù era meglio!”

I tecnici a terra, nel frattempo, stanno facendo i loro “rischiometrici” e “analisi d’impatto”, che è il modo scientifico per dire: “Stiamo cercando su Google cosa succede se la navicella ha un buco e non sappiamo se il paracadute funziona ancora”. La cosa meravigliosa è che, se la loro capsula è troppo danneggiata per una discesa, useranno quella dei nuovi arrivati per farli tornare. Un esempio brillante di logistica spaziale che ti costringe a distruggere la vacanza di qualcun altro per salvare la tua pelle.

Insomma, è la prova definitiva che l’umanità, non importa quanto sia avanzata, non può sfuggire al suo destino: siamo condannati a vivere e a morire tra la nostra stessa immondizia, anche a 400 chilometri di altezza! E mentre i tre eroi fanno i conti con la dispensa che si svuota, a noi resta la sublime consapevolezza che il nemico più pericoloso per la nostra esplorazione del cosmo non è l’ignoto, ma… un pacchetto di patatine fritte galleggiante in orbita.

Carlo Makhloufi Donelli
Nato a Villerupt (F) il 12.02.1956 – Studioso e Ricercatore in fisica quantistica applicata a biologia molecolare e neuroimmunologia – Membro del board di ricerca scientifica di diverse organizzazioni nazionali ed internazionali – Ideatore e Coordinatore del progetto EDIPO «Eliminazione isole di plastica oceaniche» 

 

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