La FISI ha scritto una lettera al Governo per richiamare l’attenzione sulla condizione ormai critica in cui versa la sanità pubblica italiana.
Il recente rinnovo del CCNL Sanità Pubblica, giunto con oltre tre anni di ritardo, rappresenta un atto dovuto ma non risolutivo: un provvedimento amministrativo, non una visione politica.
Gli incrementi retributivi previsti – tra 150 e 170 euro lordi – risultano del tutto insufficienti a compensare l’erosione del potere d’acquisto e non incidono in alcun modo sui problemi strutturali del sistema.
Dietro i numeri del contratto ci sono donne e uomini che ogni giorno garantiscono il diritto costituzionale alla salute in condizioni di crescente difficoltà. La carenza di personale, i carichi di lavoro insostenibili, la precarietà e l’assenza di percorsi di valorizzazione reale stanno minando la tenuta dell’intero sistema. La sanità non può reggersi sul sacrificio permanente di chi vi lavora: ha bisogno di una riforma complessiva, capace di restituire dignità, prospettiva e riconoscimento professionale a tutto il personale sanitario e tecnico-amministrativo.
È necessario un intervento politico coordinato che coinvolga i Ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Economia, finalizzato a:
- Riorganizzare il sistema sanitario pubblico secondo criteri di efficienza, equità e sostenibilità, partendo dalla valorizzazione del capitale umano;
- Superare la logica emergenziale che ha finora caratterizzato la gestione del personale, sostituendola con una programmazione stabile e lungimirante;
- Riconoscere concretamente il valore professionale e sociale dei lavoratori del comparto, attraverso percorsi di carriera chiari, investimenti formativi e retribuzioni adeguate;
- Restituire centralità al lavoro pubblico come garanzia di qualità, continuità e giustizia sociale nel servizio sanitario nazionale.













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