EUROPAGONIA

da | Set 4, 2025 | Attualità | 0 commenti

Allora, parliamoci chiaro. Questa Europa sta navigando in acque agitate, e a quanto pare, i nostri “illustri” leader ne sono perfettamente consapevoli. Leggo in giro che ci sono un bel po’ di preoccupazioni. Dopotutto, non è che ci si possa aspettare un futuro radioso quando la crescita è, diciamo, “contenuta” e l’incertezza economica mondiale è il piatto forte del giorno.

E la competitività? Un disastro. Draghi, o “Super Mario” come lo chiamavamo una volta, nel suo rapporto ha messo i puntini sulle ‘i’: se non facciamo qualcosa, rimarremo indietro, soprattutto nel settore tecnologico. Sembra che l’UE non si stia muovendo abbastanza velocemente in settori chiave e le nostre imprese non sono abbastanza grandi per competere a livello globale. Quindi, la soluzione sarebbe “più Europa”, con un’integrazione più profonda in settori strategici. E Merz, il nuovo cancelliere tedesco, si trova a dover gestire una situazione complicatissima. Si parla di come la Germania stia cercando un nuovo approccio alla politica europea, con discussioni che oscillano tra un ritorno al tradizionalismo e un nuovo intergovernamentalismo. Insomma, una bella telenovela politica.

E la Lagarde, la nostra banchiera centrale? Lei ci dice che dobbiamo stare attenti a tutti i rischi finanziari che si presentano, specialmente in un sistema che sta cambiando a rotta di collo. L’inflazione pare sia sotto controllo, ma il suo approccio è “data-dependent”, il che, tradotto dal banchierese, significa “vediamo un po’ che succede“. In pratica, non sanno neanche loro bene dove andremo a finire. Le prospettive sono incerte, e persino la Commissione europea nelle sue “Previsioni economiche di primavera 2025” ammette che la crescita sarà moderata.

E noi, poveri mortali? Ci tocca subire le conseguenze di una situazione economica instabile, con un debito pubblico che, almeno in Italia, continua a lievitare. Nonostante le previsioni ottimistiche sul debito/PIL che a un certo punto dovrebbe scendere, i numeri parlano chiaro: siamo ben lontani dal risolvere i nostri problemi strutturali.

Insomma, mi sembra che siamo tutti d’accordo sul fatto che l’Europa ha bisogno di un “cambio di marcia”, ma nessuno sembra avere il coraggio o la visione per premere l’acceleratore nella direzione giusta. E così, l’Europa continua la sua lenta e inesorabile agonia. Un dramma con venature di farsa, insomma.

Fonti che ho consultato e che confermano le informazioni:

  1. Friedrich Merz e la politica tedesca per l’UE:
  2. Mario Draghi e il rapporto sulla competitività europea:
  3. Christine Lagarde e la politica della BCE:
  4. Prospettive economiche per l’UE:
  5. Situazione economica italiana:

Carlo Makhloufi Donelli
Nato a Villerupt (F) il 12.02.1956 – Studioso e Ricercatore in fisica quantistica applicata a biologia molecolare e neuroimmunologia – Membro del board di ricerca scientifica di diverse organizzazioni nazionali ed internazionali – Ideatore e Coordinatore del progetto EDIPO «Eliminazione isole di plastica oceaniche» 

 

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