“MORÌ CONTROMANO DISTURBANDO IL TRAFFICO”
(Chico Barque, Construcao, 1971)
Il sindacato FISI è vicino al dolore delle famiglie delle ennesime vittime di morti bianche:
Angelo Melillo, morto ieri a Motta, frazione di Sant’Angelo a Cupolo, nel beneventano, cadendo da una impalcatura di restauro della facciata di una chiesa, e suo cognato Claudio, morto la settimana scorsa a piazza del Risorgimento a Benevento; Ciro Pierro, Luigi Romano e Vincenzo Del Grosso morti oggi a Napoli nella zona Arenella, cadendo da un montacarichi durante la ristrutturazione di un palazzo; Luciano Capirola, morto oggi a Bagnolo Mella in provincia di Brescia, schiacciato da un muletto.
Dichiariamo con indignazione che non è assolutamente accettabile che il lavoro sia motivo di morte, essendo invece il diritto fondamentale a una vita dignitosa dichiarato nell’articolo primo della nostra Costituzione.
Pretendiamo con forza che le autorità mettano fine a questa ferita sempre aperta nel nostro Paese, i cui governanti spendono soldi per tutto e per tutti eccetto che per i propri cittadini e le loro vere priorità. “Servono più sicurezza, più controlli e più formazione. Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario e doveroso” ha affermato oggi il sindaco Manfredi: una affermazione che suona come una offesa quando fatta a drammi avvenuti, visto che il problema è chiaro, evidente e presente agli occhi di tutti da decenni, e si è sempre fatto davvero troppo, troppo poco.
0 commenti