L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: UNA GUIDA (QUASI) SERIA

da | Apr 14, 2025 | Attualità | 0 commenti

Immaginate di avere un assistente super intelligente che non si lamenta mai, non chiede aumenti di stipendio e non prende pause caffè. Troppo bello per essere vero? Beh, questo è l’AI… più o meno. Come disse Alan Turing, che di queste cose ne capiva: “Una macchina può essere definita intelligente se riesce a ingannare un essere umano facendogli credere di non essere una macchina.” In pratica, è come il vostro collega silenzioso che non sapete mai se vi sta ascoltando davvero o sta solo annuendo a caso.

I Tre Pilastri dell’AI (o “Come Costruire un Cervello Digitale per Principianti”)

  1. Algoritmi: Immaginate di dover spiegare a un marziano come preparare la carbonara. Dovreste dirgli ESATTAMENTE ogni passaggio: “prendi la padella, metti il guanciale…” Gli algoritmi sono questo: istruzioni così precise che anche un computer può seguirle senza fare disastri (di solito). Solo che invece di cucinare pasta, fanno calcoli matematici che farebbero piangere il vostro prof di matematica delle superiori.
  2. Dati: Se gli algoritmi sono la ricetta, i dati sono gli ingredienti. E mamma mia quanti ingredienti! L’AI è come quel vostro amico che ha visto TUTTE le serie TV su Netflix, ma moltiplicato per un milione. Per riconoscere un gatto in foto, ha bisogno di vederne milioni. È tipo la nonna che ti mostra l’album di famiglia, ma con steroidi digitali.
  3. Potenza di Calcolo: Sapete quando il vostro computer si blocca cercando di aprire Chrome con più di tre tab? Ecco, l’AI usa computer così potenti che farebbero sembrare il vostro PC un criceto in una ruota. Consumano tanta energia quanto una piccola città, il che spiega perché non potete addestrare un’AI sul vostro laptop (a meno che non vogliate usarlo come piano cottura).

I Tre Livelli dell’AI (o “Dal Calcolatore a Terminator in Tre Semplici Passi”)

  1. AI Debole (Narrow AI)
    • È come uno studente secchione: bravissimo in matematica, ma se gli chiedi di cucinare brucia persino l’acqua
    • Sa fare UNA cosa alla perfezione, tipo riconoscere i gatti nelle foto o suggerirvi film che non guarderete mai
    • La trovate ovunque: nel telefono, nella lavatrice “smart” (che comunque non piega i calzini), persino nel frigo che vi giudica quando prendete il gelato a mezzanotte
  2. AI Forte (General AI)
    • È quella dei film di fantascienza, tipo C-3PO ma meno lamentoso
    • Potrebbe parlare di filosofia mentre vi batte a scacchi e prepara il pranzo
    • Per ora esiste solo nei sogni degli informatici e negli incubi di chi ha visto troppi film di fantascienza
  3. Super AI
    • Questa fa paura anche a Elon Musk (e lui manda razzi nello spazio per hobby!)
    • Sarebbe più intelligente degli umani in TUTTO
    • Per ora è probabile quanto trovare parcheggio in centro il sabato sera

 Machine Learning (o “Come Addestrare il Vostro Computer”)

Immaginate di insegnare a un bambino cosa è un cane. Gli mostrate foto, gli fate sentire l’abbaiare, gli spiegate che non tutti i quattro zampe sono cani (sorry, gatti). Il Machine Learning è lo stesso principio, solo che il “bambino” è un computer che:

  • Non si stanca mai
  • Non fa domande esistenziali
  • Non chiede il gelato dopo ogni lezione

Si divide in tre tipi principali:

  1. Apprendimento Supervisionato
    • È come fare i compiti con i genitori che controllano
    • Il computer impara da esempi già “corretti”
    • “Questo è un gatto” ✓ “Questo è un cane” ✓ “Questo è un unicorno” ✗
  2. Apprendimento Non Supervisionato
    • È come lasciare un teenager da solo in casa
    • Il computer deve capire le cose da solo
    • A volte funziona sorprendentemente bene, altre volte è come quando provate a montare un mobile IKEA senza istruzioni
  3. Apprendimento per Rinforzo
    • Come addestrare un cane: premio quando fa bene, niente premio quando sbaglia
    • Solo che invece di biscottini, usiamo numeri
    • È così che l’AI ha imparato a battere i campioni di scacchi (e a far sentire gli umani un po’ meno speciali)

Deep Learning (o “Quando il Computer Inizia a Darsi delle Arie”)

È come il Machine Learning, ma con più strati di un millefoglie. Si chiama “deep” perché:

  • Ha tanti livelli di elaborazione
  • Suona più figo di “learning complicato”
  • Fa sembrare i data scientist più interessanti alle feste

Come Funziona (più o meno):

  1. Reti Neurali
    • Immaginate un gruppo di neuroni che giocano a telefono senza fili
    • Ogni neurone passa l’informazione al successivo
    • A volte il messaggio arriva corretto, altre volte viene fuori che “il gatto è un coccodrillo”
  2. Layers (Strati)
    • Input Layer: dove entra l’informazione (tipo “identifica questo animale”)
    • Hidden Layers: dove avviene la magia (e nessuno sa esattamente come)
    • Output Layer: dove esce la risposta (sperando sia sensata)

Applicazioni Pratiche (o “Dove Trovate l’AI Nella Vita Reale”)

Nel Vostro Smartphone:

  • Face ID: perché ricordarsi le password è così 2010
  • Assistente vocale: per sentirvi dire “non ho capito” in modi sempre più creativi
  • Autocorrezione: trasforma i vostri messaggi in poesia moderna (non sempre volontariamente)

Sui Social Media:

  • Algoritmi che decidono cosa mostrarvi: come quell’amico che sceglie i film, ma più insistente
  • Riconoscimento facciale: trova la vostra faccia in foto di 10 anni fa (quando avevate i capelli)
  • Pubblicità mirata: perché quel paio di scarpe che avete guardato UNA VOLTA vi perseguiterà per mesi

In Casa:

  • Termostati intelligenti: decidono che 18°C è la temperatura perfetta (spoiler: non lo è)
  • Aspirapolvere robot: si perde sotto il divano come i vostri calzini
  • Frigoriferi smart: vi giudicano silenziosamente quando aprite lo sportello a mezzanotte

Il Futuro dell’AI (o “Previsioni Più o Meno Serie”)

Medicina:

  • Diagnosi più precise dei dottori (ma con meno rassicuranti pacche sulla spalla)
  • Farmaci personalizzati basati sul vostro DNA
  • Robot chirurghi che non tremano dopo il quinto caffè

Trasporti:

  • Auto a guida autonoma: potrete finalmente fare il pisolino nel traffico (legalmente!)
  • Droni per le consegne: i piccioni avranno nuovi bersagli mobili
  • Treni puntuali (ok, forse questa è fantascienza pura)

Lavoro:

  • Robot che fanno i lavori noiosi (finalmente!)
  • Più tempo libero (in teoria)
  • Nuovi lavori che oggi non esistono (tipo “Manager delle Emozioni dei Robot”)

Preoccupazioni Etiche (o “Cose Che Ci Tengono Svegli la Notte”)

Privacy:

  • L’AI sa più cose su di voi della vostra mamma
  • Sa prevedere cosa comprerete prima che lo sappiate voi
  • Ricorda tutto (proprio tutto) quello che fate online

Bias:

  • Gli algoritmi possono essere prevenuti quanto gli umani
  • Ma lo sono in modo più matematico
  • E sono più difficili da convincere che hanno torto

Sicurezza:

  • Hacking più sofisticato
  • Password sempre più complesse
  • La vostra caffettiera potrebbe unirsi a una botnet

Conclusione (o “Perché Non Dobbiamo Preoccuparci… Troppo”)

L’AI è come quel nuovo collega super efficiente che:

  • Non prende mai pause caffè
  • Non si lamenta del lunedì mattina
  • Ma potrebbe segretamente pianificare di prendere il vostro posto

Come ha detto qualcuno molto più saggio di me (probabilmente mentre cercava di far funzionare una stampante): “L’AI è come il caffè: nella giusta dose ti aiuta a fare meglio il tuo lavoro, in dose eccessiva ti fa tremare e vedere cose strane.”

Ricordate:

  • L’AI è uno strumento, non un sostituto del cervello
  • È brava in molte cose, ma non sa ancora apprezzare un tramonto
  • E soprattutto, non può (ancora) programmare sé stessa per conquistare il mondo

Quindi rilassatevi e godetevi il viaggio. Nel peggiore dei casi, i robot del futuro leggeranno questa guida e penseranno quanto erano carini gli umani quando cercavano di capire l’AI.

Come disse Arthur C. Clarke: “Qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.” E noi aggiungiamo: “Ma almeno la magia non ha bisogno di aggiornamenti software.”

Fine.

P.S. Questa guida è stata scritta da un umano.
P.S. Però alieno.

Carlo Makhloufi Donelli
Nato a Villerupt (F) il 12.02.1956 – Studioso e Ricercatore in fisica quantistica applicata a biologia molecolare e neuroimmunologia – Membro del board di ricerca scientifica di diverse organizzazioni nazionali ed internazionali – Ideatore e Coordinatore del progetto EDIPO «Eliminazione isole di plastica oceaniche»

 

 

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