Due importanti appuntamenti per il sindacato FISI, che hanno visto la partecipazione del segretario generale Ciro Silvestri, nella giornata di eri, 4 aprile.
Il primo all’ hotel Alabardieri di Napoli, per la presentazione del libro: Volevo solo tornare a casa. Una preziosa occasione per ricordare e non dimenticare il periodo più buio dell’umanità, quando la società ha smarrito il senso profondo della parola “sanità”, che non è solo cura del corpo ma anche conforto dell’anima, rispetto della dignità, prossimità umana.
<<Ogni pagina di questo libro è un pugno allo stomaco, ma anche un atto di amore. Un gesto di coraggio. E vorrei dirlo con forza: ci vuole più coraggio a raccontare il dolore che a sopportarlo in silenzio.>> Ha esordito Ciro Silvestri e poi ha aggiunto:
<<Chi ha perso un padre, una madre, un figlio, un fratello – e lo ha perso in quelle condizioni – sa bene cosa significhi sentirsi non solo ferito, ma invisibile. Perché queste storie, per troppo tempo, sono rimaste ai margini del racconto ufficiale. Cancellate, derubricate, silenziate.
Noi, come sindacato FISI, non ci siamo voltati dall’altra parte.
Abbiamo camminato accanto a chi soffriva, abbiamo alzato la voce quando era più facile abbassarla, abbiamo detto no quando tutti dicevano sì>>.
<<Un libro che ci chiede di non dimenticare, ma anche di trasformare il dolore in azione. Perché ogni verità che emerge è un passo verso la giustizia e senza giustizia non ci sarà mai pace nei cuori di chi ha perso tutto.>>
Proprio con questo intento, quello di agire ribellandosi ad un sistema che da troppo tempo ha smesso di rappresentare i cittadini, si è tenuto il convegno politico a Pagani Dieci anni di disastri in Campania: soluzioni per il cambiamento.
Qui è stato inaugurato un <<cammino nuovo, con l’obiettivo di dare finalmente alla nostra amata Campania un’alternativa concreta e popolare alle vecchie logiche di potere>> Queste le parole di Ciro Silvestri, relatore al convegno insieme al Dott. Gerardo Torre, Salvatore Carviello (Presidente Partite Iva Campania), Ettore Donadio di Ancora Italia e Maria Muscarà (consigliere regionale).
<<Questa nuova compagine politica vuole rimettere al centro la dignità delle persone e rompere con l’immobilismo e con l’arroganza di chi amministra la cosa pubblica come fosse un feudo personale.
E il risultato lo vediamo tutti i giorni.
Sanità al collasso: per fare un esame diagnostico ci vogliono mesi, talvolta anni. I pronto soccorso sono diventati lazzaretti moderni, dove regnano il dolore e la disperazione.
Trasporti al disastro: si parla da anni di “vie del mare”, ma i traghetti che collegano le isole sembrano usciti da un’altra epoca, con costi proibitivi e servizi incerti.
Ferrovie, strade, infrastrutture: tutto vecchio, abbandonato, incoerente. Nessuna visione d’insieme, nessuna progettualità. Eppure conviviamo con due giganti dormienti – il Vesuvio e i Campi Flegrei – e ancora non abbiamo una strategia efficace per l’evacuazione, per la sicurezza, per la prevenzione.>>
<<Oggi siamo qui: per affermare che non basta cambiare le facce, bisogna cambiare il metodo, l’approccio, la visione. Serve un vento nuovo, che porti con sé la questione meridionale non come rivendicazione sterile, ma come progetto concreto. La Campania può e deve diventare il motore del Mezzogiorno, non chiedendo elemosine ma pretendendo giustizia, risorse, rispetto.
Dobbiamo fermare lo spopolamento, il continuo esodo dei nostri giovani, la perdita di speranza che svuota i paesi, distrugge le comunità e uccide il futuro.
Dobbiamo valorizzare il ruolo centrale della nostra regione nel Mediterraneo, costruendo una macroregione del sud che dialoghi con l’Africa, con l’Est, con tutto il mondo che guarda al mare come ponte, non come confine.
E basta con la favola che qui non si investe per colpa della camorra.
La camorra oggi è già altrove, si è spostata dove girano i grandi capitali, e se qualcuno ha davvero paura di investire, è perché non crede nella forza di un popolo che, nonostante tutto, è ancora vivo, resistente e pronto a rialzarsi.>>
<<Noi ci saremo. Come sindacato, come cittadini, come lavoratori.
E a chi vuole davvero cambiare le cose, rinnovo l’invito: aderite a FISI. Perché oggi più che mai serve un sindacato libero, vero, combattivo. Serve un sindacato che non ha paura di dire la verità>>.
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