E’ ripresa l’imposizione del contributo d’accesso e ricominciato anche il volantinaggio per informare la popolazione.
Presenti, tra la trentina di “volantinatori” con la maglietta No Ticket.
oltre a Michele Boato di Ambiente Bene Comune, Andrea Martini di Tutta la Città insieme e Giovanni di Vito dell’Osservatorio sulle Smart Cities,
ci sono Davide Tutino e Fabio Bucca, del sindacato Fisi, venuti da Roma ed entrati senza voler pagare l’inutile ticket, che si sono autodenunciati prima al responsabile del Comune e poi alla caserma dei carabinieri a S.Zaccaria segnalando insieme l’omissione d’atti d’ufficio per la mancata multa. Il Comune finora non ne ha fatta neppure una perchè teme, giustamente, che ci sarebbe opposizione fino al ricorso in Corte Costituzione per il non rispetto dell’art.16 della Costituzione sulla libertà di movimento.
Il Contributo d’accesso (e il sistema gestito dalla Smart Control Room) sono strumenti illegali di controllo sociale, a partire dalle numerosissime telecamere a riconoscimento facciale, installate dal Comune nonostante il tassativo divieto di legge che ne vieta l’installazione e l’uso fino al 31.12.2025. 4 sono installate davanti alla Stazione dove si paga il ticket che sono state illustrate ai passanti ignari.
Chi passa o sta a Venezia, non solo è seguito minuto per minuto da tali telecamere, ma i suoi dati sono illegalmente prelevati dai telefonini e gestiti da aziende private con sede in Canada e negli Usa in modo da sfuggire alle leggi europee di tutela della privacy.
Il riconoscimento facciale non si può fare, invece lo stanno utilizzando spudoratamente.
A Venezia si stanno usando, senza averne mai discusso in Consiglio Comunale, gi stessi sistemi anti-democratici della Cina. Il ticket, del tutto inefficace a ridurre o gestire il turismo, si è introdotto per far vedere all’Unesco che “si sta facendo qualcosa” in modo da evitare la cancellazione del sito Unesco di Venezia. Il turismo va governato utilizzando i fondi europei per la “coesione sociale” non per questi controlli polizieschi ma per uscire dalla mono-cultura turistica, con case per i giovani e nuove attività economiche compatibili.
di Michele Boato, ABC
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